Capita che in
vista dell’estate, e non solo, una persona decida di dover raggiungere il “Peso
Ideale” entro un tempo ristretto, perdendo svariati chili: scelta
azzardata, priva di criterio e spesso a rischio di fallimento.
Dunque si impone un obiettivo irrealistico
in termini di numero (in rapporto al tempo) perché quel “numero sulla bilancia”
le è già appartenuto, e proietta in esso la soddisfazione che ha vissuto in un
dato periodo (non necessariamente il benessere in quel momento derivava dal
numero in sè o dalla forma estetica, ma anzi spesso da una serie di fattori
attribuibili ad altre sfere della vita).
Ricapitolando: La persona ha vissuto un determinato peso, tempo
addietro, (periodo in cui si sentiva soddisfatta della sua forma fisica, dunque
dall’immagine che vedeva riflessa nello specchio), peso dal quale col tempo si
è discostata. Ad oggi, la pretesa diviene quella di tornare
allo stesso peso mediante una forte riduzione. Purtroppo però non si prende in
considerazione il fatto che attraverso questa soluzione (tanti chili in poco
tempo), l’unica variabile che potrebbe tornare ai livelli desiderati è solo il
peso. Un numero. Le altre due, ovvero la soddisfazione per la
forma e il benessere generalizzato, difficilmente
percorreranno la strada di pari passo.
Il “peso ideale” è appunto un valore astratto, un obiettivo
a cui attribuiamo il potere di farci stare bene con noi stessi, perché in
passato, CON quel peso, ma non GRAZIE a quel peso eravamo
soddisfatti.
Come anticipato, spesso la persona è ben consapevole dei meccanismi a cui
porta una drastica perdita di chili, ma questo non porta a
desistere perché il focus è centrato al raggiungimento dello status attribuito
a quel peso. È l’obiettivo di partenza ad essere errato. O meglio, è la
percezione che esso (il peso) sia l’effettivo obiettivo, quando invece non
collima con quello al quale realmente si vorrebbe tendere (forma). Per
raggiungere un obiettivo è innanzitutto necessario che esso sia realistico
(perché più non lo è, più si eleva la probabilità di insuccesso), inoltre
dev’esserci una coerenza tra quello a cui si aspira (il fine, ovvero la soddisfazione
estetica) e gli aspetti da manipolare e su cui si decide di lavorare per
ottenerlo.
Il solo controllo numerico è un’illusione. Le variabili su cui porre
attenzione dovranno essere dunque un’alimentazione equilibrata, l’esercizio
fisico e l’incremento dell’autostima (per imparare ad accettare se stessi
indipendentemente da un numero/un’apparenza), facendo propria la consapevolezza
che un obiettivo realistico si raggiunge con costanza, determinazione ma
soprattutto pazienza e che un numero è solo un valore, non determinante però il
valore di una persona.
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