Cosa sia un cheat meal è chiaro ormai più o meno a
tutti: viene considerato un pasto, all’interno di un determinato regime,
in cui ci si concede qualcosa di diverso.
“Diverso” può essere inteso in termini di quantità (andando dunque
oltre ai macronutrienti prestabiliti) oppure di qualità (dunque a base
di alimenti meno “healthy”). C’è chi lo attua in modo consapevole,
comunque “limitandosi”, e chi invece si lascia andare del tutto
concedendosi grandi quantità di cibo, spesso perdendo il piacere di
gustarlo ma solo con la finalità di riempirsi il più possibile, magari
proiettandosi già nella restrizione a cui dovrà nuovamente sottoporsi.
Personalmente condivido il cheat meal solo in periodi limitati di
tempo in cui la persona (vuoi per finalità sportive o altro) necessita
di seguire un regime rigido e impostato in base a parametri molto
restrittivi. Nell’ottica di uno stile di vita equilibrato,
consapevole e sostenibile nel lungo termine sarebbe necessario riuscire
ad includere in modo ponderato e limitato determinati alimenti o
determinati “eccessi” con flessibilità ed elasticità all’interno del
proprio comportamento alimentare senza doversi auto prescrivere in
maniera rigida un momento particolare finalizzato ad una
“disinibizione”.
E invece un’abbuffata cos’è?
Un’abbuffata è un pasto in cui la persona ingerisce
una grandissima quantità di cibo (molto di più di quello che un
individuo riuscirebbe a fare nello stesso intervallo di tempo)
accompagnato da una perdita di controllo.
Spesso cheat meal e abbuffata corrispondono. In questo caso però è
frequente che la “perdita di controllo” sia posteriore all’inizio
dell’abbuffata.
Ovvero, la persona decide consapevolmente quando collocare
temporalmente il pasto e, una volta iniziato, non riesce più a fermarsi.
Questo può accadere per una questione cognitiva. Il meccanismo
psicologico del “tutto o niente” (spesso presente appunto in regimi
vissuti in modo fortemente opprimente) fa in modo che una volta
iniziato, con l’idea del “…ormai” si perdano completamente i freni
inibitori. La disinibizione può avvenire anche in momenti in cui la
persona (per questioni sociali) si trova “costretta” a dover “sgarrare”
dalla dieta anche solo con un piccolo assaggio, e provando la sensazione
di aver “ormai” infranto le rigide regole si lascia andare in maniera
sconsiderata.
L’ondata emotiva
Vi è però un altro tipo di abbuffata, e non sempre è collegata ad un
regime restrittivo. È quella in cui l’individuo viene inaspettatamente
travolto da un’ondata emotiva (pertanto non
programmabile), da un impulso irrefrenabile e repentino che la porta,
privandola in buona parte della consapevolezza e della coscienza
relativa all’approccio col cibo, ad ingurgitare senza controllo una
grandissima quantità di alimenti. Alla base di questo tipo di
comportamento vi è appunto come anticipato la componente emotiva, dunque
un meccanismo radicato e disfunzionale di “sfogare” le proprie emozioni
su qualcosa che a quelle emozioni non dovrebbe essere collegato. Il
cibo non è infatti un mezzo per
soffocare la propria rabbia, la propria tristezza o lo stress del
quotidiano: è fondamentale apprendere come scindere queste due sfere
(alimentazione e emotività) per vivere in modo equilibrato il rapporto
con esso.
In entrambe le situazioni è frequente che si presentino
successivamente forti sensi di colpa (argomento che affronterò in un
articolo a parte perché credo che meriti approfondimento ulteriore) che
creano dolore e disagio profondo.
Se dunque nel primo caso è possibile (anche se molte volte non
sufficiente, quando il meccanismo cognitivo del “tutto o niente”
caratterizza la personalità intrinsecamente e profondamente portandola
ad essere rigida su molti fronti della propria vita) uscire dalla
situazione di abbuffata, “riequilibrando” la propria alimentazione e
concedendosi una maggiore elasticità, nel secondo, quello in cui la
causa scatenante è un rapporto mal gestito con le proprie emozioni, la
necessità di un percorso psicologico diventa sostanziale per evitare di
mantenere un circolo vizioso disfunzionale composto da nodi da
sciogliere riguardo alla propria vita.
Il mio articolo per Studio Trainer Italia