mercoledì 22 giugno 2016

Il Peso Ideale “A Tutti i Costi”



Capita che in vista dell’estate, e non solo, una persona decida di dover raggiungere il “Peso Ideale” entro un tempo ristretto, perdendo svariati chili: scelta azzardata, priva di criterio e spesso a rischio di fallimento. 
Dunque si impone un obiettivo irrealistico in termini di numero (in rapporto al tempo) perché quel “numero sulla bilancia” le è già appartenuto, e proietta in esso la soddisfazione che ha vissuto in un dato periodo (non necessariamente il benessere in quel momento derivava dal numero in sè o dalla forma estetica, ma anzi spesso da una serie di fattori attribuibili ad altre sfere della vita).
Solo in alcuni casi vi è inconsapevolezza nel fatto che una forte perdita di peso in un tempo breve porti a conseguenze dannose per il corpo e la mente (oltre al fatto che tale perdita, avvenendo in modo repentino e malsano, non implicherà solo dimagrimento quanto più perdita di liquidi e massa magra). Nella stragrande maggioranza dei casi la persona è ben conscia degli effetti che tale scelta può determinare, ma persegue la suddetta strada spesso cercando l’approvazione o il sostegno di esperti nel settore (nutrizionisti o Personal Trainer), giustificando a se stessa la scelta minimizzando gli esiti o focalizzandosi solo sugli aspetti positivi, negando quelli opposti.
Ricapitolando: La persona ha vissuto un determinato peso, tempo addietro, (periodo in cui si sentiva soddisfatta della sua forma fisica, dunque dall’immagine che vedeva riflessa nello specchio), peso dal quale col tempo si è discostata. Ad oggi, la pretesa diviene quella di tornare allo stesso peso mediante una forte riduzione. Purtroppo però non si prende in considerazione il fatto che attraverso questa soluzione (tanti chili in poco tempo), l’unica variabile che potrebbe tornare ai livelli desiderati è solo il peso. Un numero. Le altre due, ovvero la soddisfazione per la forma e il benessere generalizzato, difficilmente percorreranno la strada di pari passo.
Il “peso ideale” è appunto un valore astratto, un obiettivo a cui attribuiamo il potere di farci stare bene con noi stessi, perché in passato, CON quel peso, ma non GRAZIE a quel peso eravamo soddisfatti.
Come anticipato, spesso la persona è ben consapevole dei meccanismi a cui porta una drastica perdita di chili, ma questo non porta a desistere perché il focus è centrato al raggiungimento dello status attribuito a quel peso. È l’obiettivo di partenza ad essere errato. O meglio, è la percezione che esso (il peso) sia l’effettivo obiettivo, quando invece non collima con quello al quale realmente si vorrebbe tendere (forma). Per raggiungere un obiettivo è innanzitutto necessario che esso sia realistico (perché più non lo è, più si eleva la probabilità di insuccesso), inoltre dev’esserci una coerenza tra quello a cui si aspira (il fine, ovvero la soddisfazione estetica) e gli aspetti da manipolare e su cui si decide di lavorare per ottenerlo.
Il solo controllo numerico è un’illusione. Le variabili su cui porre attenzione dovranno essere dunque un’alimentazione equilibrata, l’esercizio fisico e l’incremento dell’autostima (per imparare ad accettare se stessi indipendentemente da un numero/un’apparenza), facendo propria la consapevolezza che un obiettivo realistico si raggiunge con costanza, determinazione ma soprattutto pazienza e che un numero è solo un valore, non determinante però il valore di una persona.

Il mio articolo per Studio Trainer Italia

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